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Eli il piccolo falegname

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Eli il piccolo falegname

Eli abitava a Gerusalemme, e andava a lavorare presso il maestro carpentiare Josef, gli piaceva molto il suo lavoro.
Josef: "Eli oggi imparerai a fare un piccolo carretto, che Rebecca desidera regalare a suo figlio Set, forza a lavoro comincia a piallare quel piccolo pezzo"
Eli: “Certo, ci proverò con entusiasmo"
I giorni trascorrevano e Eli diventava sempre più bravo, un giorno decise di costruire da solo una bella mangiatoia per la stalla del nonno a Betlemme, dove c'era il bue Bet, buono e dolce.
Eli andò nel grande giardino vicino alla sua casa era chiamo l’orto degli ulivi Getsemani, dove c'erano un gran numero di antichi olivi, si avvicinò ad uno e cominciò a segargli un ramo grosso e nodoso, era un albero davvero grande, vicino ad una pietra piatta e bianca.
Portò a casa il suo pezzo di legno e cominciò a piallarlo come gli aveva insegnato il suo maestro ed ogni volta che tornava dal lavoro si impegnava a costruire la mangiatoia. Finalmento dopo circa un mese Eli l'ebbe completata con l'ultima sponda.
Felice la portò al suo maestro.
Josef restò davvero meravigliato del buon lavoro fatto e disse: "Eli sei stato proprio bravo fra poco potrai aprire una tua bottega, sono fiero di te".
Eli rispose: "Grazie, ma sono state le sue ottime spiegazioni e anche i rimproveri quando per la fretta facevo dei lavori imprecisi, sono io che sono orgoglioso di aver avuto un così bravo maestro."
Il giorno dopo Eli si recò dal nonno e gli portò la sua bellissima mangiatoia. Il nonno fu assai contento e subito la pose nella stalla presso il buon bue Bet. Appena la mangiatoia fu posta, si senti nella stalla un profumo intenso di ulivo fresco, la mangiatoia stranamente emanava una dolce essenza. Eli e il nonno ne rimasero meravigliati non riuscendo a comprendere quello strano fenomeno.

Intanto a Nazaret in Galilea ad una giovane ragazza di nome Maria promessa sposa del falegname Giuseppe della famiglia di Davide, apparve un angelo che le disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:  nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.

In Galilea regnava il terribile re Erode il grande, un re malvagio e geloso del suo potere. Temeva molto i romani e non voleva indispettire l' imperatore a Roma temendo di perdere il regno.
Quell'anno l'imperatore Cesare Augusto decise di conoscere il numero dei suoi sudditi in tutte le province e dunque anche in Palestina.
Fu ordinato un censimento, ogni famiglia doveva recarsi, per farsi registrare, nel paese d'origine della suoi avi.  Così anche Maria e Giuseppe, dovettoro mettersi in cammino per raggiungere Betlemme. Giuseppe apparteneva alla famiglia del re Davide.
Giuseppe prese Maria e la pose in groppa al suo asino e cominciò a camminare verso Betlemme, la strada era lunga  e anche impervia, bisognava attraversare parte del deserto di Giuda e giorni passavano. Finalmente Giuseppe con Maria giunsero a Betlemme, ma la città era piena di gente,  c’era una gran confusione, non c'era posto in nessuna locanda, si sedettero a terra stanchi e disperati, Maria ormai sentiva che stava per partorire e iniziava a star male, per fortuna li vide il nonno di Eli.
“Oh!poveretti, tua moglie sta male non potete stare qui seduti in terra venite riposatevi nella mia stalla c'è Bet il mio bue che vi riscalderà e se tua moglie darà alla luce il suo bambino potete appoggiarlo nella mangiatoia”. Giuseppe disse: Grazie buon uomo della tua offerta, la stalla sarà proprio un luogo caldo per far nascere il Bambino”
Durante la notte Maria partorì e diede alla luce il Bambino e lo pose nella mangiatoia di Eli.
Il nonno chiamò Eli e gli disse che cosa aveva fatto e tutti e due andarono alla stalla a vedere come stavano, ma nell'avvicinarsi videro una grande luce e un numero di poveri pastori che erano davanti alla mangiatoia dove giaceva un dolcissimo e bellissimo bambino.
Eli lo guardò sentii canti degli angeli e capì che quel bimbo era speciale e senti di nuovo il profumo intenso che emanava dalla sua mangiatoia, rimase lì molte ore e la mattina andò via a lavorare, ma non dimenticò mai più quella notte.
Passarono tanti anni Eli ormai era un uomo, che lavorava nella sua bottega dove costruiva e riparava porte, tavoli, panche e tanto altro.
Spesso pensava a quella strana notte Aveva conservato per sempre la sua mangiatoia e non aveva più dimenticato il nome di quel bambino.  Temeva che il bambino Gesù fosse morto durante la strage ordinata da Erode di tutti i bambini fino ai due anni di Betlemme, perché non aveva più visto nessuno, ne la mamma Maria, ne il suo papà Giuseppe .  Nel suo cuore  sperava però che si fosse salvato perché nella stalla non c’era più neanche l’asino . Erode era morto e suo figlio Erode Antipa era molto più debole di carattere del padre, ma anche lui era amico dei romani e del governatore Pilato.
Eli andava tutti i sabati al Tempio, a Gerusalemme ,infatti, il re Davide  tanti secoli prima, aveva fatto costruire un grande Tempio che Erode il grande, aveva reso maestoso e ricco.
I sacerdoti officiavano le funzioni, innalzavano i sacrifici a Dio e i Farisei leggevano la Torah. Eli conosceva tutte le leggi di Dio e le rispettava fedelmente.

Quel giorno si cominciò a radunare tanta gente, tutti iniziarono a gridare e a dire che stava arrivando il re dei Giudei,  c’era un gran clamore e molti avevano tra le mani dei rami di palma e di ulivo, anche Eli uscì fuori dalla sua bottega e vide arrivare un uomo a cavallo di un asino e tutti gli facevano una grande festa.
Eli lo guardò e il suo cuore si riempì di gioia, senza neanche sapere il perché, chiese a chi gli stava vicino chi fosse quell’uomo che emanava tanta pace, e qualcuno gli disse il suo nome Gesù il Nazareno, Eli capì era il bambino Gesù di quella notte.

I giorni seguenti Eli cominciò a seguire Gesù dovunque andasse, ascoltava con attenzione le sue parole e sempre più fu convinto che era proprio il Messia che il popolo di Israele attendeva.

Ma a Gerusalemme non tutti erano favorevoli e Eli sapeva che alcuni sacerdoti e farisei lo volevano uccidere.

Eli ormai aveva lasciato il suo lavoro per mettersi alla sequela di Gesù e lo seguiva dovunque anche quel giovedì di Pasqua era presente mentre Gesù parlava ai suoi amici.
Alla tavola con lui c’erano i dodici coloro che avevano vissuto con lui ed Eli ascoltò quello strano discorso che Gesù pronunziò.
“…preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi».
Anch’egli non capì che cosa volesse dire.
La sera stessa Eli segui Gesù nel grande giardino dove c’erano i grandi ulivi. Stette lontano ad osservare e vide Gesù piangere sulla piatta pietra bianca appoggiato all’ulivo da dove lui da bambino aveva tagliato il ramo con cui aveva costruito la sua mangiatoia e capì perché essa emanasse quell’intenso profumo era l’albero del dolore, infatti Gesù piangeva e sudava sangue.  Osservando bene l’albero,  si accorse che gli erano stati tagliati altri due grossi rami verso la cima. All’improvviso sentì un gran frastuono nell’orto entrarono i farisei con i soldati del tempio ed uno degli amici di Gesù gli si avvicinò e lo baciò a quel punto i soldati presero Gesù e lo portarono via. Eli segui  i soldati che portarono Gesù davanti a Caifa e ormai sapeva che avrebbero deciso la sua condanna. Rimase impietrito, attese tutta la notte e quando vide Gesù portato da Pilato capì che tutto ormai era stato deciso. Pilato dopo aver ascoltato Gesù e averlo fatto fustigare decise di far scegliere alla folla sulla sua sorte. E dal pretoriano mise il popolo di fronte alla scelta tra il condannato Barabba e Gesù chiamato il re dei giudei. Elì gridò con tutta la sua forza che Gesù era innocente, ma la maggioranza della folla sobillata dai sacerdoti grido: “Crocifiggilo, crocifiggilo”
Qualche ora dopo Gesù assieme altri due malfattori fu portato verso il monte delle croci, sul Calvario o Golgota. Elì passo vicino a Gesù lo vide sofferente, terribilmente ferito dalla corona di spine postagli dai soldati romani sulla sua testa, e sentì di nuovo quello strano profumo che emanava dal la trave  posta sulla schiena di Gesù. Elì capì che era stato preso dal suo vecchio ulivo nell’orto del Getsemani.   Giunti sul Golgota, Gesù fu crocifisso  e tirato su sulla croce inchiodato e offeso dalle persone che gli erano attorno, ma dalla sua voce solo parole di perdono.
Eli disse: “Fino alla fine ci ha amato”. Si ricordò del gesto e delle parole dette da Gesù durante la cena e capì cosa significassero il corpo di Gesù era stato spezzato come il pane e il suo sangue era stato versato come il vino per la salvezza di ognuno.  Riconobbe nel volto dolorante della donna sotto la croce il volto della giovane di Betlemme, la mamma di colui che ora e per sempre per Eli era il Messia Salvatore atteso da tutto il suo popolo.
Dopo tre  giorni Eli  cerco di trovare gli amici di Gesù e vide due uomini che correvano con lo sguardo raggiante, lì seguì entrò con loro nel cenacolo, e sentì il loro racconto.
Cleofa diceva : “Stavamo tornando a casa tristi, delusi, quando si avvicinò un viandante che con le sue parole ci spiegò ciò che i profeti avevano scritto sul messia, quando giungemmo a casa invitammo il viandante a mangiare con ed egli benedisse il pane della tavola solo allora lo ricocemmo; era il Signore Gesù era risorto, ma in quell’istante sparì”
Tutti rimasero stupefatti,  dal racconto anche Elì , in quel momento a porte chiuse Gesù entrò e si sedette in mezzo a loro e li benedisse, ora il suo compito era finito doveva salire al Padre, e ordinò loro di proclamare al mondo le sue parole.
Eli  prima di partire, andò nel giardino per appoggiarsi all’albero del dolore e si accorse che  dai rami  tagliati  erano spuntate delle  piccole verdi foglie segno di una nuova vita, anche l’albero era risorto assieme al Signore.
Da allora Eli andò come tanti umili e sconosciuti discepoli a testimoniare la vita, le opere e le parole del Signore Gesù.
Ogni tanto lungo la sua vita Eli ritornava nel giardino, si appoggiava e accarezzava l’albero del Signore, e ricordava  come da piccolo era stato attirato dall’ulivo e quanto esso fosse stato importante per la sua vita.



 
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