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Giuseppe: un popolo messo alla prova

Classi > 4 elementare

Giuseppe: un popolo messo alla prova

Anche la storia di Giuseppe è molto avventurosa e ricca di colpi di scena come uno dei più bei romanzi che l'uomo può raccontare.
Egli è figlio di Giacobbe e di Rachele e per questo è il preferito, è,infatti, il frutto del suo amore per Rachele. Un giorno a diciasetteanni Giacobbe regala una bellissima tunica dalle lunghe maniche a Giuseppe, e i suoi fratelli divennero gelosi. Un giorno Giuseppe fece un sogno e lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli:
«Ascoltate, vi prego, il sogno che ho fatto.  Noi stavamo legando dei covoni in mezzo ai campi, ed ecco che il mio covone si alzò e restò diritto; i vostri covoni si radunarono intorno al mio covone e gli s'inchinarono davanti"
Egli poi fece ancora un altro sogno:
«Ho fatto un altro sogno! Il sole, la luna e undici stelle si inchinavano davanti a me».  Egli lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; suo padre lo sgridò e gli disse: «Che significa questo sogno che hai fatto? Dovremo dunque io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a te?»
I suoi fratelli così  l'odiarono ancor di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.
Un giorno Giuseppe andò a trovare i suoi fratelli al pascolo e quando essi lo videro decisero di ucciderlo, ma Ruben disse: «Non spargete sangue; gettatelo in quella cisterna che è nel deserto, ma non lo colpisca la vostra mano». Diceva così per liberarlo dalle loro mani e restituirlo a suo padre.
Quando Giuseppe fu giunto presso i suoi fratelli, lo spogliarono della sua veste, della veste lunga con le maniche, che aveva addosso, lo presero e lo gettarono nella cisterna. La cisterna era vuota, non c'era acqua.
Dopo poco passarono di le carovane dei mercanti Ismaeliti e allora Giuda consiglio di vendere Giuseppe come schiavo a quei mercanti e così fecero.
I mercanti portarono Giuseppe in Egitto e lo vendettero a Potifar funzionario del faraone. Ma più tardi la moglie di Potifar s'invaghì di lui e non vedendosi corrisposta accusò Giuseppe di averla aggredita e così Giuseppe fu gettato in carcere. Qui incontrò il panettiere e il coppiere del faraone, e quella notte  i due sognarono e raccontarono i loro sogni a Giuseppe che li interpretò.
Il coppiere aveva sognato  che da una vite c'erano dei grappoli d'uva che egli aveva spremuto nella coppa del faraone e gliela aveva data.  Giuseppe disse al coppiere che tre giorni dopo sarebbe stato graziato e avrebbe ancora lavorato per il faraone.
Anche il panettiere raccontò il suo sogno; egli aveva sognato di avere sulla testa tre canestri con del pane dentro che gli uccelli mangiavano. giuseppe disse al panettiere che tre giorni dopo il faraone l'avrebbe fatto uccidere.
Così accadde. Qualche tempo dopo anche il faraone cominciò a fare due sogni, che lo turbarono molto, allora il coppiere ricordandosi di Giuseppe raccontò al faraone della  sua capacità nell'interpretare i sogni.
Allora il faraone fece chiamare Giuseppe e gli raccontò il primo   sogno:
Egli stava presso il Fiume;  e dal Fiume ecco salire sette vacche, di bell'aspetto e grasse, che si misero a pascolare nella giuncaia. Dopo quelle, ecco salire dal Fiume altre sette vacche di brutto aspetto e scarne, che si fermarono accanto alle prime, sulla riva del Fiume.  Le vacche di brutto aspetto e scarne divorarono le sette vacche di bell'aspetto e grasse.
Poi raccontò il secondo: ecco sette spighe, grosse e belle, venir su da un unico stelo. Poi, ecco germogliare sette spighe sottili e arse dal vento orientale che germogliavano dopo quelle altre.  Le spighe sottili inghiottirono le sette spighe grosse e piene.

Allora Giuseppe disse al faraone: «Ciò che il faraone ha sognato è una stessa cosa. Dio ha indicato al faraone quello che sta per fare. Le sette vacche belle sono sette anni e le sette spighe belle sono sette anni; è uno stesso sogno. Le sette vacche magre e brutte che salivano dopo quelle altre, sono sette anni; come pure le sette spighe vuote e arse dal vento orientale saranno sette anni di carestia.  Questo è quello che ho detto al faraone: Dio ha mostrato al faraone quello che sta per fare.  Ecco, stanno per venire sette anni di grande abbondanza in tutto il paese d'Egitto. Dopo verranno sette anni di carestia; tutta quell'abbondanza sarà dimenticata nel paese d'Egitto e la carestia consumerà il paese.  Uno non conoscerà più di quell'abbondanza nel paese, a causa della carestia che seguirà, perché questa sarà molto dura.  Il fatto che il sogno si sia ripetuto due volte al faraone vuol dire che la cosa è decretata da Dio e che Dio l'eseguirà presto.  Or dunque il faraone si provveda di un uomo intelligente e saggio, e lo stabilisca sul paese d'Egitto.  Il faraone faccia così: costituisca dei commissari sul paese per prelevare il quinto delle raccolte del paese d'Egitto durante i sette anni d'abbondanza.  Essi raccolgano tutti i viveri di queste sette annate buone che stanno per venire e ammassino il grano a disposizione del faraone per l'approvvigionamento delle città, e lo conservino. Questi viveri saranno una riserva per il paese, in vista dei sette anni di carestia che verranno nella terra d'Egitto; così il paese non perirà per la carestia».

Allora il faraone diede a Giseppe l'incarico e lo fece diventare viceré d'Egitto. Accadde tutto come Giuseppe aveva predetto e quando arrivarono gli anni della carestia solo l'Egitto in tutta la regione aveva del grano e quindi molti venivano dagli altri paesi per comprarlo. Un giorno si presentaro davanti a Giuseppe anche i suoi dieci fratelli che non lo riconobbero. Allora Giuseppe per metterli alla prova, li accusò di essere delle spie dopo averli lasciati per tre giorni nelle prigioni ne rilasciò nove e trattenne Simeone affinché gli altri andassero a prendere il fratello più giovane. I fratelli tornarono dal padre Giacobbe che non voleva far andare via Beniamino perché temeva di perdere anche lui come Giuseppe, ma la carestia era lunga e così i fratelli tornarono in Egitto. Giuseppe alla vista di Beniamino si commosse molto, ma per metterli ancora alla prova, nel farli andare via disse alle guardie di mettere nel sacco di Beniamino la sua coppo d'argento. Quando le guardie li raggiunsero e aprirono il sacco di Beniamino accusarono i fratelli e volevano prendere Beniamino per portarlo nelle prigioni, ma Giuda pregò Giuseppe di prendere lui, al posto di Beniamino altrimenti il vecchio padre sarebbe morto di dolore. A questo punto Giuseppe capì il pentimento dei fratelli e si fece riconoscere e disse ai fratelli di andare a prendere il padre e tutto il popolo, così gli Ebrei andarono ad abitare in Egitto.


Laboratorio
Utilizzare delle immagini in sequenza e raccontare la storia attraverso delle didascalie.
Copiare fino alla cornicetta
(clicca sul titolo e scarica il doc Word)

Giuseppe: un popolo messo alla prova

1)   Giacobbe regala a Giuseppe una tunica con le maniche lunghe.
2)   Giuseppe fa il primo sogno: i covoni di grano
3)   Giuseppe fa il secondo sogno: Il sole, la luna e undici stelle.
4)   Giuseppe gettato nel pozzo
5)   Giuseppe venduto come schiavo
6)   La moglie di Putifar lo accusa ingiustamente
7)   Giuseppe in prigione
8)   Giuseppe spiega i sogni al coppiere e al panettiere
9)   Giuseppe spiega il sogno al faraone
10) Giuseppe diventa vicerè
11) Giuseppe mette alla prova i fratelli
12) Giuseppe perdona i fratelli


Messaggio

Dio ha sempre un progetto di vita su ognuno di noi e ci guida nel nostro cammino e seguendo lui riusciamo anche a perdonare chi ci fa grandi torti.





 
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