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Induisti e Gandhi

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La religione Induista

Nella religione induista hanno molto valore le caste, queste distinguono le persone fra loro e chi appartiene all’ultima casta, quella dei servitori, sono considerati impuri. Nello spirito degli induisti c’è molta rassegnazione essi non combattono per uno stato di vita migliore perché sono convinti che l’essere rinati in una casta inferiore è per colpe commesse nella vita precedente, per cui se vogliono incarnarsi in una casta successiva migliore sono molto fedeli alle leggi del Karma.
Gli dei sono tanti anche se oggi hanno quasi l’idea di un'unica forza divina che le contenga tutte.
Essi hanno dei riti molto complessi, per onorare i loro dei a cui  non attribuiscono il potere di determinare la vita umana.
Fra loro spiccano:
SHIVA: creatrice e distruttrice del mondo;
VISNU’: il conservatore;
BRAHAMA: primordiale forza animatrice dell’universo;
I testi religiosi sono raccolti nel libro chiamato
VEDA nel quale si parla di un principiosuperiore che a volte viene chiamato signore supremo colui che vede tutto,non odia niente e nessuno.
Il credente vede dio nell’animato come nell’inanimato tutto fa parte di lui. (Panteismo)




TESTIMONE DI PACE : Gandhi



La situazione storica: l’india all’epoca di Gandhi era una colonia dell’impero britannico e quindi gli inglesi comandavano sul suo vastissimo territorio.
Gandhi era di famiglia nobile e ricco e il padre lo fece andare in inghilterra a Londra per conseguire la laurea in legge. Il giovane Gandhi era fiero di essere un suddito britannico e vestiva come un ricco inglese.  
Divenuto avvocato egli accetto un incarico dal governo britacchi di recarsi in Sud Africa altra colonia dell’impero dove però esistevano leggi razziali per le quali la popolazione di colore era discriminata e non aveva gli stessi diritti della popolazione bianca.
Appena giunto nel territorio sudafricano Gandhi si rese subito conto sulla propria pelle visto che essendo indiano non aveva certo la pelle di colore bianca.
Così iniziò la sua battaglia contro le discriminazioni razziali, fu questo periodo in sudafrica che segnerà tutta la sua vita e la sua azione politica.
Il suo pensiero sarà basato da quel momento su
“Satyagrama” = forza della verità
e sull’ ”Ahimsa” = non violenza.


Il metodo di lotta fu la ribellione pacifica basata sulla:
non collaborazione
disobbedienza civile
resistenza non violenta
sciopero della fame
      
                                                  
Le finalità furono:
uguaglianza sociale
l’abolizione delle leggi discriminatorie
il riconoscimento di parità di diritti
indipendenza dell’India         
                                                    

Tappe della sua vita:

1893 si reca in Sudafrica dove attraverso la non violenza riesce a migliorare la vita di quei popoli (essendo una colonia inglese, c’erano molti lavoratori provenienti dall’India che assieme alla popolazione nera del luogo erano fortemente discriminati).
1915 torna in India e si accorge di quante sofferenze e discriminazione vive il suo popolo e diventa il trascinatore, il leader per l’indipendenza dell’India dalla Gran Bretagna
1919 prima campagna di disobbedienza civile con il boicottaggio delle merci inglesi e il rifiuto di pagare le tasse all’impero.
1921 seconda campagna di disobbedienza civile per il diritto all’indipendenza.
1930 terza campagna di resistenza e la marcia del sale, il sale è degli indiani e dunque non può essere tassato, Gandhi  indice una marcia per giungere al mare e raccogliere il sale.
1947 l’impero britannico concede l’indipendenza all’India.
1948 l’India cade in una sanguinosa guerra civile, le due fazioni religiose induista e mussulmana si fronteggiano, Gandhi spera di riuscire a creare un governo con tutti e due gli schieramenti, ma viene ucciso proprio da un induista e sarà pianto dall’india intera e da tutto il mondo.
Il territorio indiano si dividerà e a nord nascera la nazione mussulmana del Pakistan.


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