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La Pasqua degli Ebrei
L'ultima notte si compì la decima piaga;
gli Ebrei, per ordine di Dio, uccisero (immolarono) un agnello, a cui non spezzarono alcun osso, lo arrostirono e lo mangiarono tutti insieme, con pane azzimo (senza lievito) il pane della fretta e con erbe amare, pronti a partire, con le cinture ai fianchi dopo aver segnato gli stipiti delle porte con il sangue dell'agnello, segno di ubbidienza e di salvezza.
Da quel momento gli Ebrei ricordano questo giorno con la parola Pasqua cioè passaggio dalla schiavitù alla libertà.
Sulla tavola degli ebrei troviamo:
l'agnello in ricordo della salvezza data dal segno sullo stipite delle porte come atto di appartanenza e fiducia in Dio;
pane azzimo in ricordo della fretta per rispondere all'ordine di Dio;
vino segno della gioia e della festa
erbe amare in ricordo delle sofferenze subite durante la schiavitù;
zuppa di ceci in ricordo della paglia mescolata con la sabbia per formare i mattoni;
uova segno di una nuova vita.
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